Una casa da smontare e rimontare, non un giocattolo fatto di mattoncini ma una vera e propria struttura polifunzionale, da riassemblare a seconda delle esigenze. Utopia? Piuttosto una concezione avveniristica ma in parte già attuabile e attuata. E’ il concetto dell’economia circolare applicato all’edilizia. Non più edifici rigidamente inquadrati nel ruolo per il quale sono stati originariamente progettati, ma moduli prefabbricati, riciclabili e se possibile già in partenza costruiti con materiali riciclati, destinati a cambiare forma e destinazione d’uso più e più volte. Sembra l’ultima frontiera della sostenibilità: non solo abitazioni alimentate da energie rinnovabili, governate dalla domotica, improntate a una sorta di autosufficienza con orti sul terrazzo, pannelli fotovoltaici sul tetto e sistemi di riciclo delle acque, ma addirittura case con stanze che possono diventare uffici, microalberghi, laboratori… e che si smontano quando non servono più, in attesa di nuove occasioni d’uso. Alla base di questa futuristica ma concreta idea, l’edificio visto come insieme di materiali, da riutilizzare al bisogno, in un’ottica dinamica e aperta a nuove gestioni degli spazi. Come realizzato già dal 2001 dal team di architetti olandesi XX Architecten, che con il progetto Metamorphose hanno dato vita, con la stessa struttura smontabile e modulare, prima a un museo per bambini (Villa Zebra), poi a una scuola provvisoria (Villa Notenkraker) e infine a un mini-complesso di tre edifici (Villa Camera), in luoghi e tempi distinti.
Green Lease: la locazione “verde” porta grandi vantaggi
Un perfetto esempio di sostenibilità e attenzione ai costi, ai materiali e allo spreco. Ma anche noi, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa, anche solo con l’appartamentino messo a reddito. Originariamente utilizzato soprattutto dalle società, in USA e Gran Bretagna, l’ “affitto verde” prevede nel contratto una serie di accordi volti a migliorare l’efficienza energetica dell’immobile, a risparmiare sui consumi, a gestire la casa o l’ufficio in modo più consapevole e attento. Le ricadute sono positive sia per la proprietà, che non deve sostenere da sola tutti i costi, sia per l’affittuario, che può godere di incentivi e risparmi, sia per l’immobile stesso, che può arrivare a ottenere svariate certificazioni.
Tradurre il green lease anche nell’affitto del proprio immobile da privato a privato non è poi così difficile. Impegnarsi a mantenere il riscaldamento al di sotto di una certa temperatura e ad attuare una corretta raccolta differenziata (da parte dell’inquilino), installare filtri riduttori ai rubinetti, lampadine a risparmio energetico e una nuova caldaia più efficiente (da parte del proprietario), prestare attenzione alla manutenzione dell’appartamento (da parte di entrambi) sono solo alcuni esempi di buone pratiche che avrebbero ricadute positive su entrambe le parti.